Questi articoli, in collaborazione con @calcio.con.la.f.maiuscola, sono stati creati, per iniziare a guardare il calcio femminile con occhi diversi, entrando in mondi sconosciuti per scoprire più a fondo il calcio femminile.
Dopo il mondiale di calcio femminile del 2019, ci si aspettava un importante rilancio di questo sport in Italia, non solo in ambito culturale e mediatico, ma anche economico/finanziario. Si può dire che effettivamente così è stato: abbiamo iniziato a vedere i primi movimenti per l’introduzione del professionismo (che porterebbe oltre ai grandi aiuti economici, anche un fortissimo messaggio per il movimento), gli sponsor hanno iniziato ad interessarsi ancora di più alle singole calciatrici oltre che ai club, e le principali emittenti televisive hanno iniziato ad interessarsi seriamente nella trasmissione dei match di cartello del calcio femminile.
Ma la domanda principale che la maggior parte degli estranei al movimento si fa di solito è: “quanto guadagnano le calciatrici di serie A?”. Proviamo a vederci più chiaro.
Bisogna innanzitutto fare chiarezza su un punto, quello dello status professionistico: nonostante il campionato di Serie A e B sia passato dalla guida della Lega Dilettanti a quello della FIGC (con cambiamenti anche nell’ambito normativo relativo agli stipendi), le calciatrici continuano a mantenere il loro status di dilettanti. Questo comporta che gli stipendi si siano sicuramente alzati, restando comunque ben distanti da quelli dei colleghi uomini. Anche calciatrici come Ada Herberg (per molto tempo in testa alla classifica delle più pagate) hanno ritenuto doveroso manifestare con ampie proteste la disparità del calcio femminile con quello maschile (nel caso specifico la Herberg non ha partecipato al Mondiale di Francia per opporsi alla disparità del calcio norvegese).
Lo status professionistico è fondamentale perché di fatto, a causa della mancanza di questo in Italia di fatto non esistono veri e propri contratti tra giocatrici e club (facendo eccezione per dei casi particolari), ma accordi per lo più annuali. Inoltre, grazie al professionismo le calciatrici potrebbero conquistare anche numerose tutele, agevolazioni contributive e fiscali e non solo: i club della massima serie italiana riuscirebbero anche a vantare dell’attenzione di diverse calciatrici estere, oltre ad acquistare molta più importanza mediatica e attenzione da parte financo dei più scettici. Un esempio emblematico dei grandi problemi dello status professionistico è quello della calciatrice della Primiera Division argentina Macarena Sanchez, che ha fatto causa alla Federazione per gli stipendi di fatto inesistenti: le calciatrici percepivano uno stipendio mensile di soli 11€.
Gli stipendi delle calciatrici in Italia
Poco tempo fa il calcio femminile in Italia era un movimento di nicchia (e questa non è una novità), e solo con le gesta delle più grandi campionesse riusciva a conquistare un po’ di audience in più: ricordiamo con grande emozione il mondiale del 1991, in cui l’Italia si è distinta grazie soprattutto alle prodezze di una grande campionessa, Carolina Morace, che ci hanno portato fino ai quarti, per poi essere eliminati dalla Norvegia. Per esporre un esempio più attuale, lo stesso sta accadendo in questo momento con il Mondiale 2019 di Francia, grazie al quale le Azzurre hanno conquistato oltre ai quarti, anche l’affetto di milioni di Italiani; anche se speriamo vivamente che tutto ciò non sia un fuoco di paglia, bensì una vera e propria scintilla che faccia definitivamente sbocciare questo movimento.
In virtù di questo e di ciò che è stato precedentemente specificato sullo status professionistico, possiamo affermare che le calciatrici in Italia si possono legare ad una società con un accordo tra le parti con una durata massima di tre anni, con uno stipendio lordo che non può superare i 30.658€ annui; anche se rispetto al passato, allo stipendio si possono aggiungere i rimborsi spese, che nella migliore delle ipotesi arrivano ad un massimo di 1.220 € lordi al mese (e che possono perciò far arrivare lo stipendio a circa 40.000 €). A questa, ancora bassa, cifra si possono aggiungere i vari premi e bonus, escludendo i vari contributi previdenziali (non previsti dallo status dilettantistico). Un altro discorso da fare sarebbe quello degli sponsor, che per non dilungarci potrete trovare nel dettaglio nel precedente articolo. In questo momento, la principale fonte economica e via di fuga (economicamente parlando) per le calciatrici sono gli sponsor, che hanno deciso di puntare sul serio e velocemente anche sulle singole atlete, oltre che sui vari club.
Chi sono le più pagate al mondo?
Nonostante le varie riforme in Italia, che hanno portato le calciatrici a percepire uno stipendio tutto sommato soddisfacente, le cifre economiche nel nostro paese sono ancora ben lontane rispetto a quelle del resto dell’Europa e del mondo. Nonostante in America il massimo salariale per una calciatrice non superi i 40.000 € annui, le calciatrici della National Women’s Soccer League vantano di molta più fama e seguito, che le porta a guadagnare l’attenzione di vari sponsor, ben disposti firmare contratti con le atlete per allargare la loro pubblicità anche ad un pubblico prettamente in rosa.
Tra le calciatrici che vantano questo tipo di contratti troviamo l’americana Carli Lloyd, che riesce ad incassare 345.000 € stagionali, seguita dalla brasiliana Marta, che percepisce 340.000 € a stagione. Per quanto riguarda invece il palcoscenico europeo, troviamo il podio: al terzo posto c’è Wendie Renard, che percepisce uno stipendio di 350.000 €; il secondo posto è invece occupato dalla francese Amandine Henry, con uno stipendio di 360.000 €. La medaglia d’oro delle calciatrici più pagate al mondo è invece conquistata da Ada Herberg, vincitrice del Pallone d’Oro attualmente in forza al Olympique Lione (come sia Renard che Henry), che percepisce la bellezza di 400.000 € stagionali.
È pur vero che Platone pensava che passare per uno che tenesse più al denaro che agli amici fosse la cosa peggiore del mondo, ma pare proprio che al tempo d’oggi, se c’è un qualcosa di cui ci si debba preoccupare veramente, quella è proprio i soldi. Di Marco Villani
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