Abbiamo intervistato Claudia Natali, centrocampista della Florentia. La classe 2000 ha vestito la maglia della primavera della Res Roma, dove ha conquistato ben tre scudetti. Claudia si è raccontata a 360° gradi, dall'inizio della sua carriera fino ai suoi progetti per il futuro.
L’inizio- “Quando ero più piccola a 13/14 anni ho iniziato a giocare a calcio e avevo un mister che per me era come una sorella maggiore, mi ricordo che una volta in particolare a un derby, quindi una partita molto sentita e critica, essendo capitano di quella squadra mi prese sotto braccio e mi disse “pensaci tu”. Aveva tanta stima di me quanto io di lei e sapere quanto contasse su di me mi riempiva il cuore di gioia e orgoglio”.
L’esperienza alla Res Roma- “Alla Res Roma ho vinto tutto quello che a livello giovanile si poteva vincere ed ho vissuto esperienze ed emozioni che sfido chiunque a provare perché vincere certi trofei sono soddisfazioni uniche da ricordare per sempre”.
Perché hai scelto la Florentia? “Ho scelto la Florentia perché è una squadra che ormai da qualche tempo girava voce fosse una delle più emergenti malgrado non avesse possibilità economiche delle big delle squadre maschili. Mi ha colpito e mi colpisce tutt’ora il clima di famiglia che si respira in ogni cosa, in una partita ma anche in un semplice allenamento”.
Idolo- “Non ho un idolo preciso, da piccola ero pazza per Ronaldo, ma sarebbe troppo scontato al giorno d’oggi.”
L’esordio in serie A- “L’esordio in A è tra le cose che ti rimangono impresse anche dopo anni e anni perché quando entri in campo per la prima volta ti rendi conto di quanto è spettacolare il gioco del calcio e quanto questo sport ti possa dare a livello emotivo. È stato bellissimo, una soddisfazione e un ricordo impresso dentro”.
Hai mai avuto paura di sbagliare? “Sono sempre stata una calciatrice che con la paura di sbagliare ci conviveva, sopratutto durante le partite perché c’era tanta tensione, mentre in allenamento sono sempre riuscita a dare il meglio e il massimo al 100% perché non hai le stesse responsabilità quindi in partita non sono spavalda come in allenamento; se fossi spavalda e senza pensieri in partita come in allenamento ahimè sarei un’altra”.
Come ti descriveresti in campo? “In campo mi descriverei una calciatrice molto tecnica, propensa sempre al gioco di squadra, altruista e fantasiosa”.
Cosa significa per te “squadra”? “La parola squadra per me è tutto, l’Unione fa la forza e ed è fondamentale per arrivare all’obbiettivo comune, vincere. Solo insieme ci si riesce”.
Il ruolo del centrocampista- “Nel mio ruolo purtroppo o per fortuna è importante tutto, è fondamentale la tecnica ma è anche importante la capacità di contrasto. Serve visione di gioco e per una come me il gioco di prima comanda; il centrocampista deve difendere e attaccare, quindi deve correre, contrastare, mettere gli altri davanti alla porta e tirare. La mentalità di un centrocampista è di un combattente”.
Il futuro- “Ho tanti progetti per il mio futuro, sto studiando per diventare medico, il mio sogno più grande. Spero di laurearmi con i massimi voti e realizzarmi nell’ambito dell’odontoiatria. Il calcio per me va in parallelo, ovviamente, spero di levarmi più soddisfazioni possibili”.
Di Giada Morena
Photo credit: Fabio Cittadini, @GialloRosse on facebook
Commenti