Questa sera, per la penultima puntata della stagione, EPCC il programma di Alessandro Cattelan in onda il martedì sera alle 21:15 su Sky Uno, ha visto ospiti le giocatrici e campionesse della Juventus femminile e della nazionale Sara Gama e Cristiana Girelli.
Dopo un breve siparietto, dove le giocatrici hanno regalato due maglie della Juventus al conduttore per le figlie che si stanno approcciando anche loro al calcio, c'è stata una bella chiacchierata della quale vi riportiamo le dichiarazioni delle giocatrici.
Alla domanda di Cattelan su come si fosse approcciata al gioco del calcio la Gama ha risposto: «Ho cominciato a 7 anni con la squadra dei ragazzi. Era impossibile trovare bambine che giocassero». Poi Alessandro ha chiesto alla Girelli lumi sulla loro amicizia anche al di là del calcio e la Girelli ha risposto: «Amiche? Lo pensa lei. Nel post carriera le faccio da manager e lei fa la comica»
Poi la curiosità del conduttore si è riversata sulla ripresa degli allenamenti post Covid e la risposta della Gama è stata: «Noi eravamo pronte per giocare. Noi e il Milan abbiamo ripreso gli allenamenti, noi da subito. Ci alleniamo su turni, ancora non siamo arrivati alla fase totale. Poi non viviamo il centro, non mangiamo lì… Facciamo la doccia a casa. Non è mai scattata la fase dopo».
Successivamente si è parlato del mondiale dello scorso anno grazie ad una foto che Alessandro ha mostrato alle giocatrici è il commento loro è stato: «Un ricordo bellissimo, il nostro sogno. Dopo 20 anni siamo tornate al Mondiale, è stato veramente forte anche per come è andato. Non era per cuori deboli, col pathos. Con la Giamaica Girelli ha fatto 3 gol e il problema era come li aveva fatti».
Alla domanda sul ruolo istituzionale nel mondo del calcio ricoperto da Gama lei ha risposto così: «Mi piacerebbe rimanere nel calcio come dirigente. Sono in Consiglio Federale, mi occupo della politica. C’è tanto da fare, molto da sviluppare, mancano figure dirigenziali precise. Un po’ più di donne nel sistema farebbero bene. C’è molto da fare». Poi si è parlato del movimento calcistico in generale e Sara ha risposto: «I Mondiali hanno avuto un impatto importante. Siamo state vere e ha fatto la differenza. Ad oggi è molto cambiato il movimento, ci sono i club professionistici e possiamo fare le professioniste di fatto. Ci sono degli step da fare, c’è da diventare professionisti davvero. C’è da fare investimenti, bisogna preparare il terreno e le strutture. Noi saremo i simboli».
Dopo una serie di battute con Gama, Cattelan ha fatto alcune domande anche a Girelli, la prima ha riguardato anche per lei il suo approccio col mondo del calcio e lei ha risposto: «Ho iniziato a 6 anni. Eravamo brave a detta degli altri bambini».
Poi alla domanda sull'amicizia con Sara ha detto: «Siamo amiche per la pelle. Lei mi cerca anche quando non siamo in campo, senza di me non sa stare. Ci chiamiamo sempre “stella”. In ritiro in camera insieme? È capitato. Se abbiamo raggiunto tanti traguardi è anche merito di Sara che combatte per tutti noi».
Poi la curiosità di Ale si è posta sulla ripresa degli allenamenti e la risposta della Girelli è stata: «Abbiamo ricominciato quando il Governo lo ha permesso».
Poi si è parlato del campionato appena concluso anzitempo e Cristiana ha dichiarato: «Avevamo 9 punti di vantaggio. Mancavano 6 partite».
Poi il conduttore ha mostrato alla Girelli una foto della partita contro la Giamaica e le ha chiesto un ricordo al quale lei ha risposto: «Ho fatto la tripletta più bella del mondo. Il primo è stato un rigore, ho calciato ma il portiere non poteva uscire e ha parato. L’ho ribattuto e ho fatto gol. Il secondo è stato un po’ fortuito con mezzo inguine. Il terzo? Ho visto la palla e sono andata di testa».
Poi durante il gioco proposto ed effettuato da Cattelan con le giocatrici, nel quale bisognava colpire con dei palloni da calcio dei cartelloni raffiguranti gli stereotipi del calcio femminile, alla domanda sui suoi stereotipi la Girelli ha raccontato: «Quando arrivavo al campo dicevano: “Ma c’è una femmina”. Poi magari mi facevano i complimenti. Ero rispettata, non ho vissuto un dramma che attualmente le bambine stanno vivendo».
Di Lorenzo Bianca
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