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Giada Burbassi: "Alle bambine consiglio di non mollare, non dare peso ai giudizi altrui!"

Intervista a Giada Burbassi, attaccante della squadra femminile del Ravenna, team militante in serie B.

Nata il 23 marzo 2001 nel capoluogo romagnolo, Giada sta diventando sempre più una presenza fissa in campo.

Inoltre è seguita dal procuratore Angelo Sperandeo fondatore della Group Sport Management, agenzia di rappresentanza sportiva.


Ciao Giada. Innanzitutto come stai?

"Tutto ok. Essendo però il calcio la mia priorità, mi manca stare con le mie compagne."


Come ti sei avvicinata al mondo del calcio?

"Mio fratello giocava a calcio e per un anno ho giocato con lui e con gli altri maschietti. Dopodiché smisi. Finché venni a conoscenza della squadra del San Zaccaria, l'antenata dell'attuale Ravenna. Da lì tutto iniziò."


Hai un calciatore o una calciatrice a cui ti ispiri?

"Seguo moltissimo il calcio maschile, ma del calcio femminile seguo Valentina Giacinti del Milan. È simile a me: è veloce e scattante, proprio come me. Inoltre, mi ispira molto anche Martina Rosucci della Juventus. Anche Noemi Visentin della Lazio mi piace molto.

Per quanto riguarda il calcio maschile, sono tifosa dell'Inter e mi piace Lionel Messi."


In partita sei grintosa e metti tutta te stessa. Ma com’è Giada Burbassi nella vita quotidiana fuori dal campo?

"In campo sono permalosa e a volte mi lamento, ma mai eccessivamente. Tanto per cominciare ci vuole rispetto verso arbitri e avversari. Fuori dal terreno di gioco sono tranquillissima e molto ansiosa. Adoro tanto viaggiare.”


Hai mai pensato dunque un’esperienza all'estero?

“Sì, mi piacerebbe, sarebbe un’esperienza bellissima. Il massimo sarebbe andare a giocare nel campionato degli USA, ma anche Germania, Francia o Inghilterra.”


Il tuo ricordo più bello con la maglia giallorossa del Ravenna e quello che vorresti dimenticare?

“Il momento più bello è stato quando nella partita giocata contro il Milan perdevamo per 2-1, pareggiammo e al minuto 89 siglo il gol del 3-2.

Il momento da dimenticare è il 7-0 subito in casa dell'Inter la scorsa stagione in campionato.”



La compagna di squadra con cui hai legato di più?

“Direi tutte. Ho un carattere molto aperto. Con Francesca Barbaresi mi confido, vorrei essere come lei. Anche fuori dal campo.

Alla fine il Ravenna è un vero e proprio gruppo. Ci si da una mano tra tutti. Devo ringraziare la squadra”.


Che rapporto hai con mister Piras?

“Il mister punta molto su di me. Non è uno che giudica. Lo stimo.

Certo, mi rattrista aver giocato un po’ meno quest’anno, ma è il mister che sceglie.

Non pretendo di essere titolare. Anche subentrare dalla panchina mi va benissimo.

D'altronde se c’è qualcuna più brava ha il diritto di partire dal primo minuto”.


Voci di mercato dicono che il Tavagnacco è interessata all’acquisto della tua compagna di squadra Miriam Picchi. Cosa sai dirci a proposito?

“Non so niente a riguardo. Sarei felice per lei se andasse al Tavagnacco, soprattutto se il team friulano rimanesse in A. Sarebbe una bellissima esperienza”.


Hai detto di essere tifosa dell’Inter, ma c’è un'altra squadra in cui ti piacerebbe giocare?

“Simpatizzo per la Fiorentina, è una delle più importanti e forti squadre che abbiamo in Italia.

Ma anche andare alla Roma sarebbe un'ottima occasione”.


Qual è il tuo obiettivo personale e quale quello del Ravenna?

“Personalmente mi piacerebbe arrivare in serie A, anche con il Ravenna magari.

La squadra quest’anno si è posta un’aspettativa più alta della stagione scorsa: arrivare in A.

Purtroppo siamo partiti male, ma ci siamo rialzati tanto. Davanti a noi in classifica ci sono solo Napoli e Lazio”.


Oltre a giocare a calcio, studi?

“Ho studio ragioneria. Terminati gli studi, ho tentato come estetista, ma non era proprio la mia strada. Così ho capito, ho inseguito la mia passione di questo sport che sta diventando sempre più un lavoro”.



Cosa ne pensi che il Ravenna abbia preso il posto del San Zaccaria?

“Ottima idea. Le squadre femminili che sono collegate direttamente al proprio team maschile aiuta molto. Anche in termini economici” .


Parliamo di nazionale, ti piacerebbe farne parte?

"Ho giocato in nazionale, dell’Under 17. Poi sono uscita dal giro a causa della mia forte ansia.

Certo che se la coach Milena Bertolini mi convocasse, non mi farei affatto sfuggire l'occasione".


Chi sono i tuoi tifosi fissi allo stadio?

"I miei genitori. Mamma desiderava che facessi danza, ma sugli spalti è sempre presente".


Che consigli saresti alle bambine che vorrebbero diventare delle calciatrici come te?

"Viviamo in un’epoca cui il calcio femminile è in ripresa. Perciò è necessario provare, non mollare, non dare peso ai giudizi altrui anche se non è facile, poiché si è spesso giudicati. Io sono fortunata, non mi hanno mai offesa.

Il trucco è di non abbattersi".


Di Fulvio Buongiorno


Photo credit: Ravenna Women

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