L’operazione è perfettamente riuscita. Deborah Salvatori Rinaldi, attaccante del Milan, ha comunicato sul suo profilo Instagram la notizia con questo post: “Si è conclusa “questa storia” ‼️ Una storia iniziata due anni fa con un rumore indimenticabile, la storia di una grande ferita, quella di “Frankenstein”, di placca, viti, denti stretti e...resilienza. Avevo qualcosa in più che però era qualcosa in meno. Strano. Ma fateci caso, a volte capita. Eppure ho lottato alla grande con sto perone di ferro e “sta storia”. Tutti i giorni. Ho dato tutto quello che avevo e che potevo...non mi bastava più! Quindi via. Ho Tolto tutto. L’operazione è andata bene. Ringrazio il mio club @acmilan per avermi messo in ottime mani! Torno presto! Ps. I punti sono 22”.
L’intervento è stato eseguito presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Alla calciatrice abruzzese le sono state messe ben 22 punti di sutura, 22 proprio come il suo numero di maglia. Uno scherzo del destino?
L’infortunio al perone risale al 2018 ai tempi della Florentia, periodo in cui iniziò la lunghissima e travagliata cura per giungere alla definitiva rimozione di tutti i vari ferri che ha dovuto sopportare fino a questo momento.
Nata a Penne (PE) il 2 settembre 1991, con la maglia della Fiorentina, si è laureata campione d’Italia e vincitrice della Coppa Italia nella stagione 2016-2017 e dal 2019 è passata a vestire la maglia del club milanese.
Per ora una sola presenza in maglia azzurra. La c.t. della nazionale Milena Bertolini l’ha fatta debuttare da subentrata l’8 novembre 2019 allo stadio Ciro Vigorito di Benevento nel match di qualificazione all’Europeo 2021 nella gara vinta dalle italiane per 6-0 contro la Georgia.
Nella gara seguente, l’ultima dalla sospensione del calcio femminile causa COVID, è rimasta in panchina durante la gara vinta contro Malta per 5-0 allo stadio Teofilo Patini di Castel di Sangro (AQ).
Ancora un mese di riposo e la guerriera rossonera potrà tornare a far tremare le avversarie sul terreno di gioco e far gioire i tifosi del Milan sugli spalti.
Di Fulvio Buongiorno
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