Il Lecce Women, società di calcio del capoluogo salentino, ha avviato un progetto per far sentire più vicino le proprie tesserate: far raccontare cosa rappresenta per loro il calcio.
L’idea è nata durante il periodo di quarantena causata dalla pandemia del COVID-19 e di iniziative alla società giallorossa ne sono arrivate tantissime: chi con un disegno, chi con una frase, chi con delle foto, dei video, delle canzoni, delle lettere…
Le partecipanti al progetto provengono da ogni settore della squadra di tutte le età e tra queste abbiamo le gemelle Alessandra e Raffaella Carrafa.
Le due sorelle, di 27 anni, hanno inviato un messaggio in cui hanno raccontato il proprio percorso per arrivare a coronare il loro sogno di calciatrici. Hanno compiuto sacrifici, hanno viaggiato, hanno rinunciato ad eventi, si sono allenate, si sono impegnate.
E tutto iniziò soltanto in tenera età, quando avevano 10 anni.
Partite dalla Germania per raggiungere i colori della loro squadra del cuore, il Lecce. Terra in cui sono nate e a cui erano destinate al ritorno.
La vita le ha ripagate in maniera fantastica. Ora lottano per i colori giallorossi, in serie C insieme ad altre campionesse.
Il calcio ha dato loro tanto e soprattutto ha potuto insegnare quelle che ritengono essere le “3 cose fondamentali della vita, come dello Sport, IL RISPETTO, LA LEALTÀ, E SOPRATTUTTO L’UMILTA”.
La lettera l’hanno scritta insieme, così come insieme hanno proseguito e proseguiranno questa fantastica storia con la maglia della loro squadra del cuore.
Di Fulvio Buongiorno
Qui potete trovare il messaggio delle sorelle Carrafa per intero.
“In questo nostro abbraccio è racchiuso il nostro percorso, il nostro sogno.
Quel percorso e quel sogno partiti da lontano, da quella terra tedesca in cui siamo cresciute e dove all’età di 7 anni abbiamo iniziato a tirare i primi calci ad un pallone.
Può sembrare un po’ scontato oggi, ma vi assicuriamo che in quegli anni lì era difficile, quasi impossibile, trovare una bambina con un pallone tra i piedi.
Infatti, noi, un po’ testarde e ribelli, non ci siamo mai fatte intimidire da questa cosa e non avevamo assolutamente nessuna intenzione di praticare quello che praticavano le altre bambine, cioè la danza.
Anzi, a dire il vero, i nostri genitori un giorno, all’età di 10 anni, decisero di portarci ad una scuola di danza, e noi, un po’ controvoglia, accettammo questo grande desiderio di mia Madre solo per accontentarla.
Peccato (per fortuna ovviamente) che durante il tragitto, all’improvviso, la macchina decise di lasciarci a piedi.
Abbiamo sempre pensato che fosse un segno del destino.
Ecco, tutto iniziò da quel preciso istante!
Da quel giorno, abbiamo portato avanti con dedizione questa nostra grande passione, contro ogni parere e giudizio negativo della gente, perché il calcio era l’unica cosa che ci rendeva felici e soprattutto libere.
Divertirci era il nostro primo obiettivo, il secondo era quello di poter indossare, un giorno, la maglia della nostra città natale, quella del Lecce, anche se quest’ultimo sembrava davvero lontano e difficile da raggiungere, ma col passare degli anni abbiamo anche capito che niente è impossibile se lo vuoi davvero.
E così, all’età di 10 anni, tra i compiti di scuola e altri impegni scolastici, abbiamo iniziato a giocare in una Squadra di soli maschietti nel nostro paese.
L’anno dopo creammo una Squadra di calcio femminile, la felicità era alle stelle, finalmente una Squadra di sole Donne nel nostro piccolo paese.
Poi però, nell’estate del 2006 i nostri genitori decisero di ritornare in Italia, e così, nel 2009 decidemmo di fare un provino per quella maglia giallorossa che tanto sognavamo da bambine, un provino per l’allora <<Salento Donne>>.
Beh, ve lo lasciamo immaginare, la felicità, quel giorno, era oltre le stelle e ancora oggi, insieme a quella felicità, indossiamo quei colori con orgoglio e rispetto.
Sembra ieri, eppure sono passati 11 anni, e credeteci, ancora oggi, quando indossiamo quella maglia, le nostre menti ripercorrono ogni singolo momento di gioie e dolori, di lacrime e sorrisi, di vittorie e sconfitte.
Personalmente, non pensavamo che il calcio potesse diventare così importante, e che questa maglia potesse diventare la nostra seconda pelle.
Non pensavamo mai che questo meraviglioso sport potesse essere un’ancora di salvezza, una valvola di sfogo così potente, perché in fondo il calcio, anzi, lo sport in generale, deve essere un appiglio per tutti, un qualcosa su cui potersi aggrappare quando si sta per cadere.
E piuttosto che cadere e seguire le amicizie con idee e strade un po’ lontane dalle nostre, abbiamo scelto la felicità.
Abbiamo scelto i sacrifici, le rinunce, i <<no, non possiamo, dobbiamo allenarci>>…
Abbiamo scelto i panini al volo, le ginocchia sbucciate, le ripetute della preparazione estiva sotto 40°.
Abbiamo scelto il Venerdì sera su un campo da calcio a provare gli ultimi schemi, il Sabato a letto presto, la pasta in bianco alle 11 la Domenica prima della partita.
Abbiamo scelto i 12 tacchetti, al tacco 12… le feste di compleanno su un pullman di ritorno da una trasferta, piuttosto che il brindisi in un Bar con le amiche…abbiamo anche scelto di rinunciare alle feste di battesimo dei cugini e alla festa di matrimonio della Zia.
Abbiamo scelto, rinunciato, sacrificato e se potessimo tornare indietro, rifaremmo tutto senza esitare un solo secondo.
In fondo, il calcio, ti rende anche responsabile, sin da subito, e noi possiamo dire che questo Sport ci ha insegnato veramente tanto, anche se il merito più grande di questi insegnamenti è di coloro che lavorano dietro ad una società, nel nostro caso, il merito più grande va alle 2 colonne portanti del Lecce Women, Lino e Vera.
Ecco, senza di loro forse non avremmo imparato le 3 cose fondamentali della vita, come dello Sport, IL RISPETTO, LA LEALTÀ E SOPRATTUTTO L’UMILTÀ.
Con tutto questo vogliamo dirvi che non bisogna avere paura di essere <<diverse>> dalle altre, abbiate cura dei vostri sogni, delle vostre passioni, andate controvento, non fatevi intimidire dai giudizi della gente, sentitevi libere di fare ciò che vi piace e soprattutto siate felici.
Con affetto, le Gemelle Ale e Raffa”.
Comments