La Serie A Femminile potrebbe non ripartire. Al momento tutte le società coinvolte si trovano in attesa di indicazioni da parte del Governo e del CTS (Comitato Tecnico Scientifico): al contrario del campionato professionistico maschile, il quale potrebbe già ripartire dal 13 giugno, per il massimo campionato femminile è necessaria l'approvazione di un protocollo sanitario speciale, tale da garantire la ripresa in sicurezza per le atlete e per il loro staff tecnico. Mancano solamente sei giornate al termine del campionato, ma sorge il problema dei costi: le società che non hanno alle spalle un club professionistico maschile potrebbero non essere in grado di sostenerli.
La situazione è in continuo aggiornamento, ma la situazione al momento è la seguente:
- Ad Empoli, è richiesta una diminuzione delle restrizioni, ma il campo va bene;
- A Firenze si attendono indicazioni più chiare da parte del Governo;
- A San Gimignano si attende l'ok dalla FIGC con le atlete ancora in isolamento domiciliare;
- A Verona le calciatrici sono a casa, attendendo il protocollo di sicurezza;
- A Torino il centro sportivo è attivo, e sono state già convocate alcune giocatrici per un allenamento individuale. Mentre alcune calciatrici straniere, che erano andate nel loro paese di origine, sono tornate in Italia;
- A Milano, sponda nerazzurra, si attendono indicazioni dal Governo;
- Sempre a Milano, sponda rossonera, si spera di poter utilizzare il centro sportivo Vismara il prima possibile;
- A Bergamo e Bari si attendono notizie chiare;
- A Roma, le atlete straniere si trovano ancora all'estero e si attendono aggiornamenti dalla FIGC;
- A Sassuolo si attende il via libera per le atlete;
- A Udine le giocatrici si allenano a casa.
Di Costanza Photo credit:
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