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TRA RIPARTENZA E PROFESSIONISMO: POSSIBILE SVOLTA?



Cosi come riporta LFootball, sono ore decisive queste per dare una svolta al calcio femminile, per quello che concerne il professionismo tanto discusso ma mai realizzato ed è stata definita anche una possibile data di ripartenza del campionato femminile di serie A.


A questo proposito si è espresso così ieri al Tg3 il ministro dello sport Vincenzo Spadafora: “Niente campionato dimenticato. Il presidente Gravina sta facendo un grande lavoro e io sto già lavorando a una richiesta importante del calcio femminile, che doveva avvenire entro l’estate. Il professionismo sarà uno dei temi della legge delega sullo sport”.


Sullo stesso argomento si è espresso oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport anche Tommaso Nannicini, senatore del Pd e firmatario dell’emendamento alla Legge di Stabilità che prevede l’avvio del professionismo per le società italiane in cambio di sgravi fiscali, che lancia un'iniziativa: “Valuto positivamente la possibile ripresa del campionato femminile. Le risorse previste dall’emendamento ci sono ancora, si tratta di 11 milioni. Proporrò che nel decreto “rilancio” questi soldi siano spesi sia per aiutare calciatrici e club nel momento dell’emergenza, sia per l’avvio del percorso del professionismo”.


Nel frattempo la Divisione calcio femminile oggi si è riunita per stabilire una Road map da seguire per la ripartenza del calcio femminile da qui al termine dell’estate. Essa prevede una possibile ripartenza a metà luglio per completare i sei turni di campionato mancanti, più il recupero della gara tra Milan e Fiorentina, match fondamentale per la lotta al piazzamento nella prossima Champions League femminile.


Sulle stesse pagine troviamo anche l'intervista a Ludovica Mantovani, presidentessa della Divisione calcio Femminile della Figc, che sul tema del professionismo del calcio femminile dice: “nonostante l’emergenza non si torna indietro. La linea è segnata anche da Uefa e Fifa”.


Poi sui fondi legati al calcio femminile dichiara: “In Figc esiste un fondo “salva sport”. È lì per tutti gli attori del calcio, donne comprese. Oltre a risorse del governo. Poi c’è un budget Fifa destinato al femminile. Bisogna solo capire le tempistiche, quanto denaro possiamo erogare in brevissimo tempo per far ripartire la Serie A nell’ambito del protocollo. I fondi ci sono. I club sanno che stanno arrivando” .


Sul tema dei protocolli sanitari che dovranno essere osservati, e sui quali si é espressa in maniera molto critica anche Alia Guagni, la Mantovani assicura che non ci saranno protocolli diversi tra calcio maschile e femminile, perché: “ Nel momento in cui tutte le atlete saranno chiamate ad allenarsi, dovranno essere messe nelle condizioni di avere gli stessi strumenti degli uomini, che sia un sostegno economico o una fornitura sanitaria. Un’atleta che sta provando a scendere in campo − per di più per disputare una partita e quindi con un dovere – deve avere tutte le garanzie. Un tampone ogni quattro giorni o un test sierologico ogni dodici, per esempio. I club vanno messi nella condizione di poterli fare”.




Di Lorenzo Bianca

Fonte: LFootball

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