Raggiunta da Focus Sport, Valentina Bergamaschi si è raccontata a tutto tondo, noi abbiamo riportato parte dell’intervista
“ La mia storia calcistica inizia all'età di sette anni quando, insieme al papà e a mio fratello, dò i primi calci al pallone. Ma l'inizio non è stato fortunatissimo. Da piccola ho incontrato il primo grande ostacolo della vita: una malattia ad un polmone. Una volta dimessa, dato il consiglio del chirurgo di fare uno sport che preveda molta corsa, decido di fare del calcio il mio sport preferito, grazie anche al supporto dei miei genitori.”
Ispirandosi a Javier Zanetti come modello e spirito di squadra, sul suo percorso deve affrontare la rottura dei crociati di entrambe le ginocchia, di cui il primo all'età di 18 anni e il secondo solamente due anni più tardi:
“Il colpo è stato molto duro e solamente grazie al duro lavoro, lo spirito di sacrificio e la passione per lo sport che amo sono riuscita a proseguire il cammino calcistico. Da queste situazioni ho imparato tanto, crescendo sia a livello emotivo che caratteriale. Durante il mio percorso di rientro in campo ho capito davvero l'obbiettivo che avevo e sono cresciuta molto mentalmente. Ora mi vedo molto più forte di prima.”
Poi Valentina racconta della sua esperienza in Svizzera, in particolare al Neunkirch dove, nella stagione 2016-17, si toglie anche la soddisfazione di vincere campionato e coppa di Svizzera:
“L'esperienza in Svizzera inizialmente è stata faticosa perché non parlavo inglese e lì ho avuto l'opportunità di impararlo. Inoltre sono riuscita anche ad imparare le parole fondamentali in tedesco per il gioco. Sono partita per la Svizzera che avevo 19 anni, sono stata incoraggiata dai miei genitori, mio padre in maniera particolare, e ora devo ringraziarlo. Devo ringraziare anche mio fratello e i miei nonni che mi sono stati sempre vicini, seguendo le mie partite su tutto il territorio nazionale elvetico. È difficile viverci, ma mi ha aperto tante porte anche a livello culturale ed è stata un'esperienza positiva, poi ho avuto anche la fortuna di vincere là”.
La discussione si sposta poi sul Milan e sul particolare periodo che stiamo vivendo: “Da quando sono al Milan, per la storia di questa società, ai miei idoli ho aggiunto Shevchenko che rappresenta per me gli stessi valori di Zanetti. In questo periodo di quarantena la società si fa sentire tramite il preparatore che ci invia il tutorial degli esercizi e il mister ci raggruppa una volta a settimana in videoconferenza per ridere e scherzare tutte assieme. A livello mentale, fare allenamento senza l'obbiettivo della partita la domenica è faticoso anche perché la partita stimola l'allenamento settimanale. Cerco anche di impiegare il mio tempo libero studiando e la mia coinquilina Alessia mi sta insegnando a cucinare. Diciamo che ho una giornata abbastanza piena.”
Rispondendo alla domanda di un fan, Valentina ha parlato anche di Nazionale: “Il ricordo più bello a livello sportivo è legato alla Nazionale. In particolare, quest'estate ero nel tunnel per la partita contro l'Australia ed ero sovrastata dalla tensione. Per l'emozione avevo le lacrime agli occhi durante l'ingresso e cantare l'inno davanti ad uno stadio così pieno e sentire il boato del pubblico penso sia stata la sensazione più bella che abbia mai vissuto.”
Proprio dal mondiale in Francia, le cose sono poi cambiate per lei:
“Dal mondiale sono cambiate tante cose. Il Milan ha un settore giovanile femminile e molte bambine si avvicinano per foto ed autografi e la sensazione per me è sempre strana. Spero di essere un modello positivo per loro. Quello che consiglierei alle bambine è di credere sempre nei propri sogni e ponendosi degli obbiettivi questi piano piano si raggiungono. Anche in questo periodo difficile cerco di accontentare tutti i fan e farli diventire. Cerco di rimanere positiva e di essere un modello positivo dentro e fuori dal campo.”
Sempre tramite le domande dei fan, Valentina parla anche dell'approccio mentale alla partita: “Prima della partita ascolto musica, la stessa playlist, scendo dal pulman per ultima ma non ho una particolare routine. Non penso ci sia una partita semplice o difficile, dipende dal modo mentale e fisico con cui ti approcci. Quando mi sono infortunata con la Spagna ero molto concentrata ma, anche a causa dell'infortunio, non l'ho sentita mia.”
Di Marco Montrone
Photo credit: @valeberga97 on Instagram, Pier Marco Tacca (Getty Immages)
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