È il simbolo del Lecce Women. È leccese. È giallorossa nel cuore. È Serena D’Amico!
L’attaccante numero 7 della squadra salentina si è raccontata a noi di calciofemminile_italia per parlarci di Lecce, del Lecce e di come ha iniziato il percorso riabilitativo dopo l’operazione chirurgica.
Serena D’Amico, finalmente l’incubo dell’operazione chirurgica è passato. Come ti senti?
"Sì, finalmente. Purtroppo abbiamo dovuto attendere che migliorasse la situazione dal punto di vista sanitario a causa dell'emergenza corona virus. In questi mesi, infatti, gli interventi chirurgici non urgenti erano sospesi per cui l'attesa è stata più lunga del previsto. Lo ammetto, è stata dura, ora però sto bene. L'intervento al legamento crociato anteriore è perfettamente riuscito e, a tal proposito, ci tengo a ringraziare ancora una volta il Dottor Paolo Latino insieme a tutta l'équipe della clinica "Villa Bianca" di Lecce, tutti grandi professionisti".
Ora che il campionato di Serie C è stato dichiarato concluso a causa COVID, avrai più tempo a disposizione per la riabilitazione. Segui un programma particolare?
"La settimana scorsa, il consiglio federale della FIGC ha decretato lo stop definitivo per questa stagione. Dispiace tanto perché avremmo voluto portare a termine il campionato ma siamo stati colpiti da qualcosa più grande di noi. La società è già in moto per programmare la prossima stagione.
Per quanto mi riguarda ho già iniziato il percorso riabilitativo presso il centro di fisioterapia di “Villa Bianca”. Successivamente, con l'aiuto del preparatore atletico La Mazza, seguirò il programma di lavoro che mi verrà fornito dal dottor Palaia, il responsabile sanitario dell'US Lecce.
Per la prossima stagione ovviamente non abbiamo date certe per cui mi prenderò tutto il tempo necessario. Spero comunque di non rientrare troppo tardi in modo da poter dare appieno il mio contributo al Lecce Women".
In passato hai dichiarato di avere come idolo il simbolo per eccellenza della Roma, ovvero Francesco Totti. Come lui anche tu sei capitano, ma del Lecce. Quanta responsabilità hai nel guidare un gruppo come le tue compagne di squadra?
"Essere il capitano di una squadra come quella del Lecce Women é innanzitutto motivo di orgoglio ma, allo stesso tempo, una grande responsabilità. Cerco di essere un esempio da seguire e di aiutare le più giovani attraverso la mia esperienza. Devo dire che in questo gruppo ci sono ragazze fantastiche, siamo come una grande famiglia. Sono molto contenta di guidare un gruppo così affiatato".
Che cosa sono la città di Lecce e il Lecce per te?
"Lecce, e tutto il Salento, per un leccese doc è il posto più bello del mondo, il paradiso. È, come si dice qui da noi, "Salentu, lu sule, lu mare e lu ientu" (Salento, il sole, il mare e il vento). È una città bellissima e la gente meravigliosa come la sua terra".
Da quando il team salentino è diretto dal presidente del club maschile, Saverio Sticchi Damiani, ci sono stati dei miglioramenti per il team femminile. Sotto quali aspetti soprattutto?
"Sicuramente essere entrati a far parte dell'US Lecce ha acceso i riflettori sulla nostra realtà già presente sul territorio da circa 20 anni. Ora abbiamo, senza dubbio, una maggiore visibilità, la gente ci riconosce per strada, molte bambine sognano di indossare la maglia del Lecce. Basti pensare che il nostro settore giovanile ha raggiunto le 120 iscritte, impensabile qui al sud fino a qualche anno fa. Dobbiamo riconoscere che la società dell'US Lecce, nella persona del Presidente Saverio Sticchi Damiani, è molto presente e vicina a tutte le categorie della nostra realtà, dai primi calci alla prima squadra. Tanto che conta di scrivere, anche nel femminile, importanti pagine di storia nel giro di qualche anno".
Con la maglia giallorossa, hai messo a segno ben 182 gol. Tanta roba, ma qual è per te il più bello?
Sì, ho segnato 182 goal solo per la maglia giallorossa. Il mio obiettivo è però raggiungere quota 200 per vincere così la scommessa lanciata dal presidente Saverio Sticchi Damiani. Di goal ne ho segnati tanti, alcuni belli, altri importanti... il primo goal, il goal all'ultimo minuto, i goal nei derby, quello che ha determinato la salvezza nella sfida playout contro il Trani... Sarebbe davvero difficile scegliere, per cui, riprendendo una famosa citazione, ti dico che "il goal più bello è quello che devo ancora segnare".
Se potessi “rubare” qualche qualità tecnica a una tua collega calciatrice, a chi e cosa vorresti di lei?
"Senza nulla togliere alle grandi calciatrici di oggi, ruberei qualcosa al bomber femminile per eccellenza Patrizia Panico. Le ruberei un po' di freddezza sotto porta".
La stagione si è conclusa con il settimo posto in classifica. Fattori positivi e negativi per te quali sono stati?
"Quest'anno gli obiettivi erano ben diversi, purtroppo gli infortuni hanno condizionato tutto il percorso. D'altro canto però, questo ha permesso alle giovani calciatrici di fare esperienza e questo permetterà loro di trovarsi un po' più pronte per la prossima stagione".
Che messaggio vorresti lanciare alle future giocatrici che si apprestano solo ora a dare i primi calci al pallone e che magari sognano di diventare delle campionesse come te?
"Alle piccole calciatrici di oggi dico di coltivare la loro passione e di non fermarsi davanti a nessun ostacolo. Sicuramente loro sono molto più fortunate di noi visti i progressi del calcio femminile in questi anni. Mi auguro che al più presto si possa raggiungere il professionismo in modo che un giorno alla domanda «Che lavoro fai?» possano rispondere come i colleghi uomini «Sono calciatrice e vivo di calcio»".
Un enorme abbraccio a capitan D’Amico per averci concesso l‘opportunità di questa intervista con l’augurio che possa tornare in campo ancora più ruggente di prima. Un ringraziamento alla società del Lecce Women e a Lino De Lorenzis, fondatore del club salentino.
Di Fulvio Buongiorno
Photo credit: Lecce Women
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