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WOMEN’S SUPER LEAGUE IN GINOCCHIO DAVANTI AL COVID

Settimana di polemiche in Inghilterra, alla vigilia della ripresa della Women’s Super League, coincidente con l’ultima giornata d’andata, a causa di un viaggio a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, di diverse tesserate. Partiamo con ordine.


Nei giorni scorsi, il noto quotidiano inglese The Telegraph ha lanciato la notizia che tre calciatrici dell'Arsenal si sono recate in vacanza a Dubai e che una di esse ha contratto il Covid-19, mentre le altre sono in isolamento preventivo, suscitando la rabbia dello spogliatoio Gunners. La società non ha pubblicato i nomi delle calciatrici contagiate, ma l’irlandese Katie McCabe era in vacanza, come testimoniato dalle storie pubblicate su Instagram e dalle foto di Ruesha Littlejohn, centrocampista del Leicester City. L’Arsenal ha richiesto alla Football Association (FA) il rinvio della partita contro l’Aston Villa, accogliendo la proposta, suscitando delle critiche da parte dei fan. Le calciatrici erano a Dubai, senza il permesso della società, nonostante Londra era stata classificata come Tier 4, equivalente della zona rossa, di stampo italiano, ossia divieto di viaggio, se non per lavoro o per salute. A quanto pare, l’Arsenal afferma di confermare che le calciatrici erano a Dubai per motivi commerciali.

La polemica non coinvolge soltanto la società del nord di Londra, ma anche il Manchester City perché il portiere Ellie Roebuck, il terzino sinistro Alex Greenwood, il terzino destro Lucy Bronze e la centrocampista Kiera Walsh erano in vacanza, come testimoniato dalle foto che circolano sui vari social. A differenza delle colleghe Gunners, la città di Manchester era soggetta alle restrizioni del Tier 3, cioè potevano viaggiare ma era sconsigliato dal governo. Fatto sta, che qualche giorno fa, la società ha pubblicato un comunicato, in cui annunciava il contagio di quattro sue tesserate. Così, hanno chiesto il rinvio della partita contro il West Ham alla FA, che sarà accolto, scatenando critiche da parte dei tifosi. Inoltre, la Federazione ha deciso di sospendere la partita dei quarti di finali della FA WSL Continental Tyres Cup (Coppa di lega) contro il Chelsea, aumentando le polemiche, anche da parte di qualche calciatrice su Twitter.

Le calciatrici del Dubai gate sono la centrocampista e capitano del Manchester United, Katie Zelem, la quale aveva pubblicato delle storie su Instagram, cancellandole immediatamente, la centrocampista del Liverpool Missy Bo Kearns e quella del Birmingham City, Mollie Green. A proposito delle Blues di Birmingham, nella conferenza stampa pre-match contro il Tottenham, la manager Carla Ward affermò che aveva a disposizione solo dieci calciatrici, complice gli infortuni e una contagiata e se la Federazione avesse comunicato che dovevano giocare, si sarebbero presentate. Alla fine, la richiesta della società è stata accolta e quindi Birmingham City-Tottenham non si disputerà. In questo caso, secondo il The Guardian, un tribunale indipendente determinerà se la la scelta della società di Birmingham fosse giustificata, in caso contrario, si rischia una sanzione pecuniaria oppure una penalizzazione in classifica.


Altra vicenda che ha suscitato polemiche, in particolare da parte dei tifosi del Manchester United è quella della sospensione della partita tra Everton-Manchester United. Nei giorni scorsi, il manager delle Toffees Willie Kirk aveva dichiarato che “le sue calciatrici hanno avuto un comportamento esemplare durante le vacanze natalizie e che non c’erano casi di contagio all’interno della squadra”, ma nel giro di qualche ora la società di Liverpool ha emanato un comunicato, dichiarando che la partita contro le Red Devils è stata rimandata perché “cinque componenti della squadra hanno contratto il Covid-19 tra Natale e Capodanno e nonostante la guarigione, le calciatrici non erano abbastanza in forma per disputare il match”.

Willie Kirk 🔺

Nella vicenda del Dubai gate è intervenuta la manager Casey Stoney sentendosi “dispiaciuta di aver permesso il viaggio a Dubai alle sue atlete”, ma allo stesso tempo lancia una frecciatina al collega dell’Everton: “sono sinceramente confusa, forse non conosco bene le regole. Non può fare un’intervista, dicendo che non hai contagi in squadra e che si sono comportate bene tra Natale e Capodanno e poi la partita è stata annullata.” Inoltre, ha espresso la preoccupazione che il requisito della Federazione, ossia che una squadra deve avere a disposizione un numero minimo di quattordici calciatrici per scendere in campo, possa essere soggetto ad abusi da parte delle varie squadre.

Casey Stoney 🔺

L’argomento è stato affrontato anche nella conferenza pre-partita Brighton & Hove Albion-Bristol City, dalla manager delle Seagulls, Hope Powell, condivisa dalla collega delle Robins, Tanya Oxtoby, circa l’impatto che il virus provoca all’interno di una rosa corta, con le calciatrici che condividono l’alloggio. Nella giornata di ieri, l’annuncio della sospensione della partita, per un paio di contagi all’interno della squadra del Sussex. Conclusione, la sola partita che si giocherà è Reading-Chelsea.

Hope Powell 🔺

Sulla vicenda è intervenuta la baronessa Sue Campbell, capo della sezione femminile della FA, affermando che la questione dei viaggi a Dubai non è un argomento che riguarda la Federazione, ma le varie società coinvolte. C’è da fare una domanda: «Perché non si è attuato lo stesso criterio per la partita Manchester City-Bristol City, disputata il 7 novembre, visto che le Robins si sono presentate con una squadra rimaneggiata per i contagi e infortuni?»

Sulla disparità di trattamento, il terzino sinistro del Reading, Emma Mitchell ha lasciato un commento su Twitter: “Ci vediamo FA. Regole diverse per squadre diverse”.

Sue Campbell 🔺

Infine, diverse calciatrici sono intervenute sulla questione, come Anita Asante, centrocampista dell’Aston Villa: “Penso che giocare a calcio deve essere considerato un privilegio, visto che molti non possono andare al lavoro e a scuola. Dobbiamo far altro che aderire al protocollo per continuare con il calcio”. Il capitano del West Ham, Gilly Flaherty è intervenuta a gamba testa, scrivendo un tweet contro l’arroganza delle sue colleghe: “Con riferimento alla crescita del calcio femminile, visto che in questo momento siamo considerate delle professioniste a tempo pieno e possiamo essere d’ispirazione alle prossime generazioni, non mi sta piacendo l’arroganza che i soldi e gli stipendi hanno portato all’interno”. Inoltre, ha commentato dicendo: “spero che le ragazze coinvolte, facciano la cosa giusta e che chiedano scusa pubblicamente”.

Anita Asante 🔺

Sicuramente la Football Association deve cambiare le regole, circa la sospensione delle partite, in quanto come affermato da Casey Stoney, può essere da pretesto per le squadre di fare i furbi. Inoltre, essa deve evitare di fare figli e figliastri, nei confronti delle società, come avvenuto nei confronti del Bristol City, nella partita contro il Manchester City. Sarebbe un bel gesto, se le calciatrici coinvolte nel Dubai gate chiedessero scusa perché devono essere d’esempio.


Di Pierluigi Papa

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