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ANGELICA DIBIASE: "FALCONARA? UN BELLISSIMO GRUPPO. ESSERE TRA LE MIGLIORI 10 È STATO INASPETTATO"

Nata il 28 gennaio 1992, Angelica Dibiase, campionessa di calcio a 5, la sua carriera calcistica è iniziata “Giocando per strada con gli amici del mio paese” racconta Angelica “Anche in televisione vedendo il calcio a 11, mi sono appassionata a questo sport. Anche in casa, magari facevo la barriera con i cuscini e provavo a calciare verso la porta”.


Ma un giorno è arrivata la svolta: “All'età di 11/12 anni, un ragazzo mi vide per strada e io ero in porta, perché ero l'unica femminuccia e i miei amici, mi piazzavano là, essendo il ruolo "più sfigato".” Ed è stato così che Angelica è passata dalla strada, al parquet del campo della squadra giovanile della sua città, dove giocava insieme alle sue coetanee.

Una passione aiutata anche dalla fortuna, infatti lei viveva in un paese piccolissimo e “quindi era anche difficile trovare delle delle ragazze che potessero formare una squadra”. Afferma Angelica. “Però la fortuna ha voluto che quando ho iniziato a giocare si è formata questa squadra, è andata bene”.


La sua carriera di giovane calciatrice continua e a 14 anni è stata tesserata nella prima squadra che si chiamava Polisportiva Salandra. All'epoca esisteva ancora il campionato regionale, ma non ancora quello nazionale. Poi è nata l'Ita Salandra, dove ha vinto le regionali. L'anno in cui è stata fondata la Serie A, sono passate immediatamente nella serie maggiore dove ha giocato per 4 anni.

Perché proprio il calcio a 5 e non il calcio ad 11? Probabilmente è stato proprio lui a scegliere Angelica, infatti nella Polisportiva Salandra aveva sin da subito iniziato a giocare in un palazzetto di Salandra, che la calciatrice stessa definisce bellissimo, completo parquet e tutto il necessario, infatti dice: “Magari se avessi giocato in un in un campetto, in erba sintetica avrei detto "vabbè passo al calcio ad 11".” Oltre quello non c'era neanche la possibilità di trovare una squadra di 11: “La mia possibilità all'epoca era che nel mio paese avevo questa squadra di calcio a 5, quindi allo stesso tempo potevo studiare tranquillamente, andare a scuola e stare a casa mia.”


E poi è nato l'amore per il calcio a 5, infatti: “Conoscendo piano piano questo sport, mi sono completamente innamorata. Nulla da togliere al calcio a 11, all'epoca come ora, se dovessi pensare di giocare a 11, non so se lo farei. Anzi ti dico di più quando c'è stato il regionale, si facevano le rappresentative, mi presero a rappresentare il Lucana, per fare anche la rappresentativa di calcio a 11, quindi la mia esperienza l'ho fatta, le scarpette coi tacchetti non mi si addicono” .


Ma si sa, in ogni percorso calcistico si trovano sempre delle difficoltà: “Già il fatto di stare lontana da casa, oppure rinunciare, alla vita che può fare una quindicenne o una diciottenne. Poi io, grazie a Dio, ho avuto sempre la predisposizione a fare ciò. Quindi sono questi piccoli sacrifici. Magari a livello di studi sono stata un po' polla, sotto un certo punto di vista, ho rinunciato all'Università, però poi ho ripreso”. Ovviamente un'altra difficoltà è andare a giocare lontano dal suo paese e stare lontana dalla famiglia, però “Poi passa tutto in secondo piano perché fondamentalmente è una passione così grande che si non pensa a tutto il resto”.

La sua carriera va avanti e così passa dall'Ita Salandra all'Olympus Roma dove gioca una stagione e al Kick Off dove ne gioca tre.

Ed è proprio in quest'ultima squadra che Angelica vive dei momenti della sua carriera che ricorda con molto piacere: “Ricordo quando abbiamo vinto la Coppa Italia con la Kick Off, è stato un bellissimo momento, il mio primo trofeo. C'è stata anche anche la Champions League sempre con la Kick Off, siamo arrivate seconde, abbiamo perso la finale, però comunque è stato un torneo bellissimo. Un altro momento felice stato alla convocazione nazionale e sentire l'inno di Mameli”.

La nazionale, l'attaccamento alla maglia e la lotta per la propria patria, un mix di emozioni inspiegabili, soprattutto alla prima convocazione: “Ero tra le nuvole, credo che a chiunque giochi piacerebbe un giorno indossare quella maglia. Ero felicissima, non realizzavo ciò che stava accadendo, però è un emozione grandissima e ti ripeto poi andare andare lì, indossare la maglia, ma anche la semplice da allenamento, vedere quello stemma che c'è sul petto è un grande orgoglio ed onore per la nazionale che rappresenti.”


Dall'anno scorso Angelica si è trasferita al Falconara, anche se la passata stagione è stata interrotta a causa della pandemia da Covid-19. Il portiere del Falconara racconta la sua esperienza nella nuova squadra: “L'anno scorso è stato un anno un po' particolare, in più essendo anche il mio primo anno, mi sentivo un attimo un pesce fuor d'acqua. Però comunque sin da subito anche la società, le ragazze, mi hanno messa a mio agio. Purtroppo non siamo riuscite a vedere magari cosa potevamo raggiungere, però poi quest'anno comunque mantenendo gran parte del gruppo e aggiungendo degli ottimi innesti, va più che bene, infatti i risultati poi lo stanno dimostrando. A parte quello quest'anno qua mi sento mi sento a casa. È un bellissimo gruppo, quello delle ragazze come anche a livello di staff, c'è umanità, c'è passione, c'è lavoro”.

Angelica con la sua squadra ha vinto undici partite su undici in questa stagione, confermandosi la capolista della Serie A, l'obiettivo è “fare bene domenica dopo domenica, tutto ciò che abbiamo fatto finora non è assolutamente da escludere, anche perché sono i risultati importanti che ci fanno capire di che pasta siamo fatte, quindi ci fanno anche lavorare in serenità e bisogna continuare su questa linea. Poi la parte più importante arriverà sicuramente fra qualche mese quando ci sarà la Coppa Italia, quando ci saranno i Play Off, però l'importante è continuare a stare con i piedi per terra, continuare a lavorare, come come stiamo facendo e come abbiamo fatto finora”.


Dopo tanti riconoscimenti collettivi, però è arrivato anche il primo riconoscimento individuale, essere inserita tra i 10 portieri più forti al mondo: “È stata una cosa inaspettata, una di quelle cose che tu dici "No, vabbè", non ci credi. Essere tra le 10 è stata una bellissima soddisfazione. Io da piccola pensavo di calpestare il parquet delle squadre più importanti o di provare a vincere qualcosa, ma questa è una cosa che non avevo mai messo in conto. Quando mi è arrivato questo messaggio, che poi non sapevo nulla, nemmeno quando dovevano uscire i nominativi delle dieci, sono rimasta veramente a bocca aperta”.

Non sarà un premio però a cambiare il suo percorso ed è proprio così che la pensa Angelica che è già pronta ad affrontare nuove sfide: “Continuerò ad essere me stessa come prima, volevo sempre migliorarmi e continuerò a farlo. Poi quando arrivano questi premi ben venga, però comunque nella mia testa ho sempre il pensiero di restare umile e continuare a lavorare, giorno dopo giorno e provare a migliorarmi sempre. Ora continuerò a pensarla nello stesso modo, ho avuto un riconoscimento, ma non vuol dire niente, anzi, farò ancora di più per provare a superarmi”.


Angelica è piena di obiettivi, ma tutti legati da un filo conduttore, lo sport: “Tra i miei progetti futuri, spero di continuare a giocare il più possibile. Poi spero di continuare a stare in questo mondo e non di staccarmi da questa bellissima realtà che è lo sport”.


Insomma Angelica è questa, proprio come si è raccontata e lo dimostra quando è tra i pali a difendere la rete della propria squadra, perché “essere un portiere vuol dire avere tanta responsabilità, ma è proprio quella a rendere tutto più bello. I pali sono la tua casa, il tuo posto. Le emozioni che prova un portiere non le può provare nessun'altro. Si vive da soli questo ruolo, le compagne in movimento non capiranno mai quello che si può provare, nei momenti belli e nei momenti brutti. Il portiere è un ruolo "bastardo", un giorno sei sul tetto del mondo e quello dopo magari sei nello sconforto più totale. Purtroppo molta gente è brava a giudicare, perché è l'ultimo uomo in campo. Però, allo stesso tempo bisogna avere spalle grosse, continuare a lavorare e viversi ciò che la porta ti regala”.

 

Calcio Femminile Italia ringrazia Angelica Dibiase e la società Città di Falconara per la loro disponibilità.


Di Giada Morena Photo credit: Anygivendunday.it, Rocco Scattino

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