Questi articoli, in collaborazione con @calcio.con.la.f.maiuscola, sono stati creati, per iniziare a guardare il calcio femminile con occhi diversi, entrando in mondi sconosciuti per scoprire più a fondo il calcio femminile.
Spesso quando ci si avvicina ad un nuovo sport, si tende ad imparare piano piano tutte le sue sfaccettature e i suoi più illustri protagonisti: se si vuole conoscere bene il calcio femminile e le sue fuoriclasse, bisogna conoscere la storia di questa calciatrice qui, Marta detta anche Pelè con Faldas (Pelè con la gonna).
È evidente che per meritare un appellativo del genere bisogna averne infranti di record in carriera, ma andiamo per gradi. Marta è nata il 19 febbraio del 1986, a Dois Riachos, un paesino di 10.000 abitanti in Brasile, più precisamente nello stato dell’Alagoas. Nascere in un paese a nord-est del Brasile vuol dire nascere col calcio nel sangue, qualunque sia il tuo sesso; e mentre le sue coetanee si dilettavano nei più vari sport, la sua testa era già tutta per il pallone. Suo papà lasciò casa quando aveva solo un anno e la madre dovette occuparsi di quattro figli con il suo stipendio da portinaia; ma già a 14 anni, sembrava che il futuro di Marta fosse già segnato in meglio: viene scoperta già in questa tenera età dalla famosa allenatrice Helena Pacheco, iniziando a giocare nella formazione femminile del Vasco da Gama riesce a dimostrare le sue già mirabili doti di controllo di palla, unite ad un fiuto del gol di stampo tipicamente Brasiliano. In questa squadra riuscirà a militare per due anni (garantendo anche un alloggio alla famiglia a Rio), finché il Vasco da Gama non abolirà la squadra femminile nel 2001.
Dopo un breve trascorso in una piccola squadra di San Paolo, Marta capisce che è il momento di fare il salto di qualità: prende qualche vestito, gli scarpini con i classici tacchetti del 3, fa la valigia e si imbarca per Umea, città svedese dove milita l’omonima squadra di calcio a strisce giallo nere. Con questo club Marta vincerà nel primo anno un UEFA Women’s Cup, vincendo 8-0 contro il Francoforte, con una sua doppietta all’andata, e lo stesso anno conquisterà il secondo posto in campionato, dietro di un solo punto dal Djugarden. E qui il primo incredibile dato con annesso titolo individuale: Marta segnerà 22 dei 106 gol che le svedesi segneranno in stagione (le campionesse del Djugarden ne firmeranno solo 74), e diventerà la miglior marcatrice del campionato insieme a Laura Kalmari de Malmo. Insieme alle successive tre stagioni Marta metterà a segno 111 gol in 103 partite: è qui che, oltre a prendere il soprannome di “Pelè con la gonna”, avrà un documentario a lei dedicato, “Marta - La Cugina Di Pelè”.
Dopo queste spettacolari stagioni nella fredda Svezia, con un habitat tutt’altro che piacevole per una a cui scorre sangue sudamericano nelle vene, decide di avvicinarsi a casa, alzando ancora di più il tiro: nello stesso giorno in cui vince il FIFA World Player Of The Year, firmerà un contratto di 3 anni con il Los Angeles Sol, squadra con la quale vinse la classifica cannonieri nel 2009, permettendo così di far laureare il club campione della stagione regolare. Il campionato americano come di consueto si fermerà per i soliti tre mesi, ma Marta senza giocare a calcio per tutto questo tempo non ci sa proprio stare, e allora firma un temporaneo contratto con il Santos, segnando 26 gol in 14 partite e vincendo Copa Libertadores e Copa do Brasil. Ormai è diventata una star, il suo nome aiuta il campionato americano a crescere con gli sponsor, e portando tantissimi spettatori allo stadio; ma la febbre da pallone è implacabile anche in nazionale: riesce a portare il suo Brasile sulle spalle fino alle finali delle olimpiadi del 2004 e 2008, oltre che al mondiale del 2007; perdendo però, tutte e tre le finali.
Come spesso accade nel calcio Marta non vanta di tantissimi titoli collettivi, è riuscita invece a raggiungere tantissimi record individuali: dal 2006 in poi viene premiata per ben 5 anni di fila come miglior giocatrice dell’anno (periodo in cui militava con i Los Angeles Sol e il Santos Futbol Club), e nel 2018 ottiene il Best FIFA Women’s Player. Nonostante questi titoli basterebbero alla maggior parte di noi, Marta tanto per cambiare non si accontenta, e alla matura età di 33 anni, prima della partita con le nostre azzurre nel Mondiale di Francia ha già segnato 16 gol fra tutte le edizioni del Mondiale, infrangendo non solo un record nel femminile, ma anche un ex aequo con il calcio maschile, eguagliando il record di uno a caso, Miroslav “Miro” Klose.
“Ho segnato 16 gol ai Mondiali come il vostro Klose! Potevate anche pormi qualche domanda a riguardo.”.
- Marta a ZDF, dopo la fine della partita con l’Australia 13/6/19
Un motivo per cui anche gli estranei al calcio femminile conoscono il nome di Marta è sicuramente quello delle sue stoiche proteste verso la parità di genere contro gli sponsor: essendo la fuoriclasse senza sponsor da oltre un anno, nella partita contro l’Australia del 2019 ha deciso di farlo notare, esultando con la gamba alzata per mettere in mostra un logo rosa-blu, simbolo proprio della parità di genere.
Marta è da sempre conosciuta come una instancabile guerriera a favore della
parità tra calcio femminile e maschile, ed è il motivo per cui da oltre un anno non indossa sponsor sugli scarpini: non ha mai trovato un’offerta salariale adeguata alle sue prestazioni, decidendo di restate senza sponsor e con gli scarpini neri, in segno di protesta, nella speranza che un giorno il femminile acquisirà la stessa credibilità di quello maschile.
Nonostante Marta sia la calciatrice con più titoli individuali e con il record di gol nei campionati del mondo non è anche la più pagata al mondo, con i suoi 340.000 euro stagionali (percepiti all’ Orlando Pride) deve infatti “accontentarsi” solo del terzo posto.
Di Marco Villani (@calcio.con.la.f.maiuscola)
Comments