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QUALI POSSONO ESSERE I FATTORI CHE CAUSANO L'INFORTUNIO AL LCA E COME PREVENIRLI?-FRANCESCA SALAORNI

Calcio Femminile Italia ha raggiunto questa settimana Francesca Salaorni, giocatrice del Chievo Verona Women e laureata in ingegneria biomedica, per parlare della prevenzione degli infortuni al legamento crociato anteriore (LCA), infortunio che ha colpito già parecchie calciatrici durante questa stagione.


Francesca ha sviluppato la sua tesi partendo dal corso di bioingegneria del sistema motorio presso il Politecnico di Milano, applicato in ambito sportivo. Lo studio ha visto protagoniste alcune calciatrici di serie A, B e C, tra le quali ricordiamo Vitale, Capelletti, Lecce, Borg e la stessa Salaorni.

Come ci spiega Francesca, il test è stato svolto in laboratorio utilizzando un sistema di telecamere ad infrarosso atte a rilevare lo spostamento di marker catarifrangenti applicati all'asse anca-ginocchio-caviglia (punti detti di repere anatomici) per ricreare al computer uno “stickman” che potesse consentire la valutazione del cambio di angolatura nell'asse costituitosi. I test sono stati effettuati sotto sforzo: alle atlete coinvolte è stato richiesto, infatti, di compiere un test navetta sulla distanza di 5 metri da percorrere entro un determinato tempo via via decrescente fino a raggiungere la fatica massima, correndo al 70% della propria velocità aerobica massima, dato fornito dalle società di appartenenza. Mediamente le atlete coinvolte hanno completato il test in circa 5 minuti. Sono stati effettuati prelievi di lattato prima e dopo il test e, grazie anche all'utilizzo di un EMG (elettromiografia), è stata studiata la contrazione e la fatica che si è venuta a creare su quadricipite, bicipite femorale e polpaccio. Con un cardiofrequenzimetro sono stati misurati i battiti sotto sforzo.


Il risultato di questi test ha evidenziato come nelle donne, così come per i colleghi maschi, con l'aumentare della fatica possono venire a verificarsi parecchie situazioni e movimenti pericolosi per l'LCA derivanti dall'intrarotazione dell'anca e dall'abduzione del ginocchio, mentre per la caviglia non sono stati ottenuti risultati facilmente valutabili.

Tutti i risultati sono però inficiati da variabili, come la diversa conformazione del femore, il ciclo mestruale, la larghezza del bacino, l'utilizzo di contraccettivi e la differenza di forza applicata sulle articolazioni rispetto agli uomini. Nelle donne è stata riscontrata una maggiore facilità nell'incorrere in questo tipo di infortuni.

Per evitare ciò, lo studio ha evidenziato come possono essere utili il rafforzamento muscolare di addome, quadricipite e bicipite femorale, e il ricreare le situazioni ad intensità ridotta all'interno dell'allenamento settimanale.


Ringraziamo Francesca Salaorni per la sua disponibilità e, per tutti coloro che vogliono approfondire, vi invitiamo a leggere la sua tesi, di libera consultazione al seguente link: https://www.politesi.polimi.it/handle/10589/165316


Di Marco

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