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CALCIO FEMMINILE TRA STORIA E ATTUALITÀ: STORIA DEL CALCIO FEMMINILE IN ITALIA

Questi articoli, in collaborazione con @calcio.con.la.f.maiuscola, sono stati creati, per iniziare a guardare il calcio femminile con occhi diversi, entrando in mondi sconosciuti per scoprire più a fondo il cal femminile.


Fondamenta


La prima squadra nasce a Milano nel 1930 dove viene fondato il Gruppo Femminile Calcistico, avente sede in Via Stoppani 12. Nonostante la grande pubblicità derivata dal giornale “Il Calcio Illustrato”, che oltre ad aver dato molta visibilità, aveva anche provocato la nascita di molte squadre femminili, il fenomeno durò solamente nove mesi.


Il CONI, per evitare l’espansione del fenomeno sviò tutte le atlete coinvolte verso altri sport. Dopo una fase di complessivo stallo durata una quindicina di anni, iniziarono a distinguersi i primi veri e convinti passi avanti verso una lenta affermazione del calcio femminile, solo nel primo dopoguerra: infatti nel 1946, a Trieste, nacquero la Triestina insieme alla squadra delle “Ragazze di San Giusto”, etichettando Trieste come la prima città italiana ad aver fondato una squadra di calcio femminile tutt’ora in attività e militante nella Serie C.


🔺 Le calciatrici della Triestina, 1946

Successivamente a questa data, nel ’50 è stata fondata a Napoli l’Associazione Italiana Calcio Femminile, con l’adesione di molte società. Questa associazione diede inizio alle prime partite ufficiali tra club di calcio femminile. L’AICF durerà per soli 9 anni prima di essere chiusa, dopo un Napoli-Roma giocato nella città di Messina. Senza un’associazione che riesca a regolamentare le partite, ci saranno evidenti problemi per svolgere i match; nel ’65 infatti, all’Arena di Milano si svolgerà una partita, Bologna-Inter, ricordata nella storia per essere disputata non solo da sole atlete milanesi tra i 14 e i 17 anni, ma anche per essere stata arbitrata dallo stesso allenatore di entrambe le squadre, il sig. Valerio Rocchi.


Inoltre nello stesso anno, si ricorda la nascita di altre due squadre storiche: il Genoa e le “Giovani Viola”.


Anno 0 del Calcio Femminile in Italia


🔺 Genoa con lo scudetto cucito al petto, 1968

L’anno 0 per in calcio femminile in Italia è indicato come il 1968, quando nasce la “Federazione Italiana Calcio Femminile” che darà vita nel periodo di maggio-settembre al primo campionato di 10 squadre divise in due gironi con criteri geografici. Il primo scudetto della storia se lo aggiudicherà il Genoa, vincendo contro la Roma nella finale a Pisa; nel ’69, però, la Roma prenderà la sua rivincita, cucendosi il secondo scudetto della storia del calcio femminile al petto.


🔺 Roma con lo scudetto cucito al petto, 1969

Nonostante sembri già scritta la crescita della FICF, nel 1970, e precisamente il 31 gennaio a Roma, 10 società abbandoneranno la federazione per firmare l’atto costitutivo della Federazione Italiana Femminile Gioco Calcio (FIFGC), con presidente l’avv. Giovanni Trabucco, che lascerà l’incarico dopo una stagione ad Alessandro Franchi.

Da questo momento il calcio femminile si dividerà in FICF e FIFGC, con quest’ultima federazione decisamente più organizzata: era composta da una Serie A con 14 squadre, una Serie B organizzata in 4 gironi e 24 squadre, garantiva visite mediche e tesseramenti ad ogni calciatrice. Nel suo breve periodo di gestione Trabucco cercò di richiedere alla FIGC un riconoscimento come entità sportiva pronta ad entrare nel CONI, ma ricevette una risposta negativa.

Le due società comunque continuarono a coesistere fino ad arrivare ad una unione nel 1972 per merito dello stesso avv. Trabucco, con la Federazione Femminile Unita Giuoco Calcio di cui sarà presidente fino all’ingresso nella FIGC nel ’86. Composta da 45 compagini divise in 4 gironi, la FFIUGC dopo due stagioni cambierà sigla per diventare la “Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile”, grazie all’ Assemblea Straordinaria di Bologna il 16 febbraio del ’75.


La FIGCF viene strutturata con campionati di A e di B (Nazionali), campionati di C (interregionali), serie D (regionale) e giovanili (provinciali), con tesseramenti che arriveranno al vincolo quadriennale fino al 1996. Inoltre, nel 1980 verrà istituita anche l’Associazione Italiana Calciatrici, con il presidente che porterà le istanze delle giocatrici nel consiglio federale (la prof. Annamaria Cavarzan); questa associazione continuerà ad esistere fino al 1989, quando deciderà per motivi burocratici di autosciogliersi. Durante questi anni la FIGCF, oltre ad essere riconosciuta come aderente al CONI per ricevere notevoli contributi economici, avrà anche un settore arbitrale guidato dall’arbitro internazionale Pieroni di Roma, con l’aiuto di altri direttori di gara dismessi dalla FIGC. Verranno anche istituiti dei corsi che permetteranno il rilascio di patentini da allenatore validi esclusivamente per il calcio femminile. Fino al 1985 le partite si disputeranno nel periodo di gennaio-dicembre, con una sosta di 20 giorni ad agosto, per poi trovarsi costretti a giocare due campionati (nei periodi di gennaio-agosto e settembre-agosto) per adeguarsi alle direttive della FIGC.


LND (Lega Nazionale Dilettanti)


La Lega Nazionale Dilettanti ha contribuito tremendamente (e lo fa tutt’ora) alla crescita del fenomeno del calcio femminile in Italia. L’attività del calcio femminile infatti viene “inquadrata” nella LND con la costituzione del Comitato Calcio Femminile; ma comunque già nel 1987 nella Lega Nazionale Dilettanti si studia molto per la crescita del calcio femminile e nel ’89 viene nominato Maurizio Faraoni come presidente fino al 1991, quando a prendere il posto di Faraoni sarà Evelina Pisanelli.


Durante la sua presidenza verrà articolata la serie A in 14 squadre e la B in 2 gironi da 12 squadre l’uno; oltre a dare la giusta importanza al coinvolgimento dei presidenti regionali (prassi che proseguirà anche nella successiva presidenza con Natalina Levati).


In seguito, grazie al presidente delegato Marina Sbardella, verrà organizzato il primo torneo giovanile e verrà allargata la Serie A con 16 squadre, mentre la B passerà a 20 compagini.


Il 1° maggio del 1997 dalle società di Serie A e B verrà nominato il presidente della “Divisione Calcio Femminile”, Natalina Levati, in ottemperanza della nuova normativa che dichiarava il bisogno di sei persone in consiglio di presidenza. Con la gestione Levati, durata 12 anni, il calcio femminile ha assistito ad una crescita costante condita dal coronamento di molti obbiettivi di causa comune. Il 26 febbraio del 2009, dopo la rinuncia della prof. Levati a riproporsi presidente venne eletto Giancarlo Padoan, la cui gestione fu breve e non produttiva, portando al commissariamento della Divisione, e alla trasformazione in Dipartimento, con una grande perdita da parte del calcio femminile in autonomia.


Nonostante sia importante guardarsi alle spalle, al fine di evitare di compiere gli stessi errori, quando si parla di calcio femminile la prerogativa è guardare al futuro, e capire quanto possa essere entusiasmante immaginare dove ci troveremo tra una trentina d’anni. Anche perché, per citare Sir Winston Churchill: “Se il presente cerca di giudicare il passato, perderà il futuro.”


Di Marco Villani Photo credit: Sky Sport


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